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Nei vasi preziosi. L’acqua nei palazzi islamici: quotidianità, ritualità, piacere e sfarzo.

  • Event
  • 3 July 2019
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Mercoledì 3 luglio 2019, ore 18

Incontro in occasione della mostra Goccia a goccia dal cielo cade la vita. Acqua Islam e Arte”

Ingresso libero fino esaurimento posti disponibili. I tagliandi gratuiti verranno distribuiti a partire da mezz’ora prima dell’inizio dell’appuntamento.

L’acqua è uno degli elementi chiave nell’arte del mondo islamico. La sua importanza deriva dalla trasposizione, anche in ambito laico, di riti e precetti religiosi: ecco dunque che l’acqua diventa il simbolo tangibile e benefico di un potere e di un’autorità che derivano dall’alto e insieme la preziosa risorsa che esige cura e attenzione nella sua conservazione e distribuzione, ma anche l’impareggiabile elemento delle ineffabili architetture e scenografie dei giardini “all’araba”.

L’estetica legata al rito e ai luoghi di culto viene rielaborata in senso metaforico e declinata a vari aspetti dell’estetica civile. Basti pensare al fatto che l’esigenza delle abluzioni prima delle preghiere quotidiane impone la presenza di strumenti per veicolare l’acqua in ambiente domestico. Ove questo non sia possibile, i fedeli si riversano negli hammam, luoghi preposti alla purificazione dell’anima, ma anche e soprattutto alla cura del corpo e delle relazioni sociali. “Una città non può dirsi completa se non possiede un hammam” (cit. Le mille e una notte) e lo stesso vale per ogni palazzo nobiliare o sultaniale che, a partire dal complesso califfale Omayyade di Qusayr Amra dell’VIIII secolo, incorpora al suo interno la zona termale.

Sono molteplici le valenze simboliche di cui è investita l’acqua, un bene prezioso e limitato che porta con sé anche implicazioni politiche. La regolare e continua distribuzione d’acqua è prerogativa del buon governo. Il giusto governante si prende cura del bene della comunità (umma) provvedendo alla costruzione di fontane pubbliche (sabil) e acquedotti. D’altro canto all’interno delle mura del suo palazzo i giardini stupiranno gli ospiti per rigogliosità e magnificenza dei giochi d’acqua, associando il potere all’addomesticazione della natura e quindi all’amministrazione della bellezza del creato. Infine, la valenza più immediata dell’acqua nel contesto quotidiano:

l’acqua da bere e tutti gli strumenti che servono per raccoglierla, immagazzinarla e distribuirla, quali brocche, kilga, acquamanili, vasi, bocche di fontana. In questi oggetti lo status del proprietario è espresso attraverso lo sfarzo dei materiali di realizzazione, la citazione del suo nome o le invocazioni religiose ivi riportate che ne fanno un’opera meritoria che salverà la sua anima.

 

Ilaria Bellucci si laurea in Storia dell’arte presso L’Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi specialistica in antropologia dell’arte che costituisce il suo primo approccio alle espressioni artistiche di paesi lontani. Continua gli studi con una seconda specializzazione presso la School of Oriental and African Studies (SOAS) University of London, dove consegue il diploma in Arti Asiatiche, studiando arte Indiana, Cinese ed Islamica, da sempre, quest’ultima, la sua primaria passione. Nel 2013 conduce la prima asta italiana interamente dedicata all’arte islamica e da allora ne organizza due l’anno, appuntamenti fissi che fanno incontrare collezionisti, intenditori e mercati internazionali. Parallelamente cura progetti legati all’arte islamica ed al collezionismo della stessa.