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India in Danza. Mostra fotografica

  • Exhibition
  • 18 September 2014 - 3 November 2014

 


Il corpo della danza indiana è un corpo imponente.
L’onnipresenza della danza nella società indiana, il pensiero religioso e filosofico che la sostanziano, così come la raffinatezza stilistica delle svariate tradizioni, hanno dato vita nel corso dei secoli a una ricchezza di forme e densità di pensiero davvero uniche.

Con la mostra fotografica India in Danza i fotografi Massimiliano Troiani e Gianfranco Rota ci restituiscono attraverso i loro sguardi uno spaccato significativo di questo universo. Le foto di Massimiliano Troiani si concentrano sulla danza Bharatanatyam e Kathakali mentre quelle di Gianfranco Rota indagano il mondo dell'Odissi e dei gotipua. Il colore e il bianco e nero incontrano i soggetti mettendo in luce le infinite possibilità di gradazione dell'osservare.

La danza,  forma impermanente per eccellenza, si lascia sedurre e fissare in questi scatti capaci di carpire l'essenza di un gesto, l'intenzione di uno sguardo, la concentrazione che prelude all'incontro col sacro.

Il corpo della Tradizione
Attraverso lo sguardo del fotografo Gianfranco Rota vediamo riflesso il mondo in cui è immerso l'universo performativo della danza Odissi: i segni, i volti, i luoghi che perennemente rinnovano la tradizione. Partendo dalle matrici popolari, passando per i templi fino a raggiungere le odierne scuole di danza e i teatri dei contesti urbani, si traccia il percorso che ha condotto all'evoluzione di questo stile. I protagonisti di questa tradizione - i maestri, gli allievi, le danzatrici e i musicisti - ci svelano i segreti e le consuetudini della loro arte. Le foto della mostra riguardanti la tradizione gotipua sono state scattate a  Dimiri Sena (Orissa, India nord-orientale), l’unico villaggio in cui viene ancora praticata un’affiliazione rituale tra i gotipua e il tempio in cui i giovani sono visti come rappresentazioni dell’icona di Shiva nel suo aspetto di Ardhanarishvara: “il Signore per metà donna”.


Il silenzio abitato della danza
Massimiliano Troiani è tornato alla fotografia e al documentario, da dove era partito agli inizi degli anni settanta, dopo una lunga esperienza nel teatro. L’incontro con la danza è stato casuale, nessun progetto è alla base delle foto esposte, ma i diversi viaggi in Africa, Asia e America Latina e l'esperienza di regista gli hanno permesso di entrare in contatto con quella fiamma silenziosa che spinge da sempre l’umanità a modificare corpo, volto e voce affidandoli alla danza, al trucco, al canto. La danza Bharatanatyam, con le sue geometrie e le sue mudra, per Troiani arriva direttamente all’essenzialità del discorso, una grammatica che forse  il bianco e nero, aiutato dai sospiri del grigio, riporta più fedelmente. Un tempo fu una danza senza veli, di soli corpi senza colori aggiunti...una danza in bianco e nero.


Arricchiscono la mostra due interessanti documentari di Troiani  

Le ceneri di Gandhi Documentario girato in India che, attraverso le interviste alle persone vicine al Mahatma Gandhi ai tempi della lotta contro la dominazione britannica, testimonia le esperienze vissute da uomini e donne in quegli anni straordinari e terribili. Documenti originali dell’epoca mostrano le fasi più importanti della vita e dell’opera del Mahatma, fino ai funerali che coinvolsero l'intera India.
Con contributi di Gino Strada, Mario Luzi, Mrinalini Sarabhai, Reba Som, e il prof. Della Casa.  
regia: Massimiliano Troiani; voce: Gianni Musy; musiche: Fabio Rossini e Stefano Santoni; durata: 44 min.  

Shiva Yatra E' un viaggio sulle orme di Shiva. Il documentario avvicina vari aspetti della devozione alla divinità, soprattutto nelle regioni del sud dell'India, entrando nei templi più sacri, in particolare quello di Chidambaram. Osservando i devoti del dio “coperto di cenere”, il filmato si concentra su una delle figure più emblematiche e inafferrabili della religiosità hindu, soffermandosi con maggiore attenzione sul suo aspetto di dio della danza: Nataraja. 
regia: Massimiliano Troiani; voce: Toni Bertorelli; musiche: Giuseppe Gandolfo; durata: 36 min.


MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11 – Torino
t. 011.4436928  

Orario: aperto da martedì a domenica, ore 10-18 (la biglietteria chiude un’ora prima), chiuso il lunedì.
APERTURE STRAORDINARIE verranno comunicate sul sito.

Ingresso esposizione e collezioni museali: intero € 10; ridotto € 8; gratuito fino 18 anni. Per riduzioni e gratuità visitare il sito www.maotorino.it