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DIVINITÀ FEMMINILE

  • Gandhara
DIVINITÀ FEMMINILE

La statua, in coppia con “Divinità maschile” proveniente dallo stesso sito, mostra il corpo seminudo di una figura femminile. Il torso è ben modellato, con vita sottile, grossi seni e fianchi larghi che richiamano le misurate proporzioni dello stile Gupta. La testa è inclinata in avanti e rivela una collocazione che implica la visione dal basso. I tratti del volto, fissati in un lieve sorriso, sono affusolati, quasi appuntiti, con gli occhi sporgenti e allungati, il naso lungo e fine, la bocca sensuale. La figura indossa un imponente diadema policromo formato da elementi vegetali intrecciati, con una profusione di gioielli, foglie e fiori e grandi orecchini a disco. La mano sinistra, tenuta all’altezza del pube, trattiene un mazzetto di fiori di loto, in modo piuttosto innaturale, con il pollice rivolto verso l’esterno: tale posizione implica una evidente torsione dell’avambraccio. Sulla testa della divinità compare il busto nudo di una piccola figura maschile con folte sopracciglia e barba a pizzetto di colore nero. Le peculiarità dei tratti stilistici dell’opera già preludono alle forme dei bronzi kashmiri di epoca successiva (VIII secolo).