19 ottobre 2024 - 23 marzo 2025
In occasione del 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Corea e Italia, il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, in partnership con il Nam June Paik Art Center (Corea), con la Fondazione Bonotto (Colceresa, VI) e con il supporto della Korea Foundation, presenta il progetto espositivo Rabbit Inhabits the Moon, a cura di Davide Quadrio, direttore del Museo, e Joanne Kim, critica e curatrice coreana, con Anna Musini e Francesca Filisetti. L’esposizione si avvale anche della consulenza curatoriale e scientifica di Manuela Moscatiello (Chargée d'étude, Maison de Victor Hugo di Parigi), Kyoo Lee (curatore della sala dello sciamanesimo, professore di Filosofia alla City University di New York) e Patrizio Peterlini (Direttore della Fondazione Bonotto).
Rabbit Inhabits the Moon intende attivare un dialogo dinamico che riflette l’evoluzione del paesaggio culturale e artistico dei due Paesi, in particolare rileggendo l’eredità di Nam June Paik e la sua influenza sulle generazioni contemporanee.
Opere video, installazioni e nuove produzioni di artisti coreani, provenienti dalla collezione del Nam June Paik Art Center saranno accostate ad alcune tra le principali opere di Paik, molte delle quali in prestito dalla Fondazione Bonotto (Colceresa, VI), e a preziosi manufatti tradizionali provenienti da importanti musei nazionali e internazionali.
La mostra
Il progetto espositivo presenta 17 opere di Nam June Paik, fra cui l’installazione Rabbit Inhabits the Moon, che dà il titolo alla mostra, Plexiglass Cello TV, Fluxus Island in Décollage Ocean Human, Ecce Homo e Zen for Head, oltre a 5 installazioni di sei artisti coreani contemporanei - Sunmin Park, Ahn Kyuchul, Unmake Lab, eobchae × Ryu Sungsil, Shiu Jin e Jesse Chun, e una nuova produzione di Park Jiha.
Il percorso è poi punteggiato da preziosi manufatti legati agli aspetti filosofici e rituali della tradizione culturale e artistica coreana, fra cui uno specchio in bronzo a otto lobi di epoca Goryeo, una bottiglia piriforme in gres del XV secolo e la Moon-jar di Kwon Dae-sup del 1952, giunti in prestito da prestigiosi musei d’arte asiatica in Italia e in Europa, tra cui il Museée national des Arts asiatiques Guimet di Parigi, il Museo E. Chiossone di Genova e il Museo delle Civiltà di Roma.
Proprio dal Museo E. Chiossone proviene anche l’Avalokitesvara Watermoon (XIV secolo), un raffinato dipinto su seta che potrà essere eccezionalmente esposto grazie al delicato restauro promosso in occasione della mostra.
Una sezione particolare del percorso a cura di Kyoo Lee sarà poi dedicata all’esplorazione della cultura sciamanica coreana in relazione alla figura di Nam June Paik, mentre una sala di consultazione sarà dedicata all’approfondimento degli artisti contemporanei su progetto dell’architetta coreana Kun-Min Kim.
Public program e catalogo
Come sempre accade nei progetti espositivi del MAO, anche Rabbit Inhabits the Moon è concepita come un organismo vivo e, per tutta la sua durata, presenta un ricco programma musicale e performativo a cura di Chiara Lee e freddie Murphy che coinvolge artisti coreani e italiani noti per la loro capacità di fondere forme d’arte tradizionale e contemporanea, tra cui Francesca Heart, Angela Seo e Diana Lola Posani.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo in italiano e in inglese edito da Silvana Editoriale. La pubblicazione include saggi inediti a cura di Davide Quadrio, Joanne Kim, Manuela Moscatiello, Kyoo Lee, Patrizio Peterlini, per fornire approfondimenti sui temi della mostra e, in particolare, sul rapporto tra cultura italiana e coreana e sul patrimonio di Nam June Paik. All’interno del catalogo, ampio spazio sarà inoltre riservato agli artisti contemporanei invitati a partecipare alla mostra.