Antonella Usai è danzatrice, performer, ricercatrice e insegnante di danza e yoga. Il suo ambito principale di ricerca-azione indaga la relazione tra arte, natura e visione sistemica. Formatasi inizialmente presso la scuola Farco-Morra di Torino, dopo aver vinto numerosi concorsi, inizia a lavorare con compagnie di teatro danza italiane ed europee come danzatrice, coreografa e aiuto-regista. Vincitrice di una borsa di studio governativa si diploma a pieni voti presso la Darpana Academy of Performing Arts di Ahmedabad in India. Dopo il diploma prosegue la sua formazione con i massimi rappresentanti di questa disciplina, diventando, tra l’altro, la prima danzatrice non indiana scritturata dal prestigioso Darpana Performing Group con cui lavora in India e nel sud est asiatico. A partire dalla laurea magistrale in storia del teatro presso l’Università di Torino continua a indagare il mutamento della percezione e del ruolo della danza, in particolare di quella indiana, con specifici riferimenti al pensiero decoloniale. Fa parte del TRA, Tavolo della Ricerca Artistica della Casa della Danza di Lavanderia a Vapore, ed è artista consulente di Hangar Piemonte. Collabora con il MAO fin dalla sua inaugurazione come performer e curatrice di progetti innovativi.
Sangeeta Isvaran è una delle più importanti esponenti dello stile Bharatanatyam, particolarmente esperta nell’arte espressiva dell’Abhinaya, nonché ricercatrice e attivista sociale. È stata premiata con l’Ustad Bismillah Khan Yuva Puraskar, il più alto riconoscimento nazionale per giovani danzatori. È fondatrice del Wind Dancers Trust, che lavora in comunità emarginate e svantaggiate utilizzando le arti nell'istruzione, nell’empowerment e nella risoluzione dei conflitti in 30 paesi. È membro dell’International Institute of Conciliation, USA, e socia onoraria della Nature Conservation Foundation, India. Sangeeta, attraverso le sue performance, conferenze e workshop trasmette una verità dimenticata su come possiamo relazionarci gli uni con gli altri in modo reale e profondamente onesto.
Nel biennio 2022-2024 Antonella Usai ha preso parte al programma di residenze d’artista attivate dal MAO. I tre video che punteggiano il percorso espositivo documentano parte della rassegna performativa DARBAR India in Danza ospitata al MAO nel 2014 e curata da Antonella Usai, artista in residenza per il biennio 2022-24 all’interno del più ampio programma #MAOtempopresente. Nel tentativo di ricreare il contesto originario che da sempre nutre le antiche tradizioni coreutiche indiane, i video mettono in luce la relazione tra arti performative e arti visive e, più in generale, tra pensiero filosofico e pratica corporea. La danza classica indiana, come ben sottolinea la studiosa Kapila Vatsyayana, rappresenta una sorta di “arte totale” al cui interno confluiscono non solo il teatro e la danza, ma anche la letteratura, la pittura, la scultura, la musica. Attraverso l’uso del corpo, la performer Sangeeta Isvaran attiva una nuova lettura e narrazione di alcune opere della collezione, rivisitando temi, tradizioni e mitologie ancestrali in chiave contemporanea.
Guarda i video disponibili nelle gallerie del museo e il video di presentazione del progetto in LIS.
Nel 2025 Antonella Usai è tornata al MAO con Aeras/Cercando Cieli, una installazione performativa nata dal desiderio di onorare la lingua del padre, il logudorese da cui la parola sarda Aeras (che significa ‘aria’ o ‘cieli’) deriva, e di indagare il legame tra corpo, memoria e linguaggio da una prospettiva decoloniale. Il progetto intreccia radici sarde e tradizioni indiane, in particolare il teatro-danza bharatanatyam, mettendo in relazione il corpo con il gesto rituale, la parola con il silenzio, il quotidiano con il sacro.
L’artista ha lavorato alternando momenti in solitario nelle stanze del museo a momenti di condivisione con il pubblico attraverso incontri individuali, momenti intimi di dialogo, in cui sono state esplorate insieme memorie corporee, gesti, movimenti quotidiani e rituali. A questi si sono uniti due incontri collettivi, momenti e spazi di scambio e di ascolto condiviso, in cui le esperienze personali si sono intrecciate in una dimensione corale.
La performance finale si è svolta il 21 settembre, in occasione dell’equinozio di autunno, seguendo il ritmo simbolico degli equinozi che scandiscono il tempo in un percorso creativo e rituale, attraverso brevi azioni coreutiche ripetute nel corso della giornata.