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TRA SACRO E PROFANO. Tra mantelli rituali e stampe di Hiroshighe, nuova rotazione di opere nella Galleria Giapponese

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  • 3 Ottobre 2017

Dal 3 ottobre 2017 rotazione stampe e dipinti

dal 31 ottobre 2017 rotazione kesa e un paravento

La galleria delle stampe al secondo piano del percorso espositivo del Giappone dal 3 ottobre ospiterà la seconda metà della serie più famosa di Utagawa Hiroshige (1797-1858), “Le 53 Stazioni della Tokaido”, datata 1833-34. Si tratta di xilografie policrome dove il maestro, principale rivale di Katsushika Hokusai (1760-1849) per le opere paesistiche, rivela il suo massimo talento. La stazione “Pioggia bianca a Shono”, ad esempio, è considerata a buon titolo una dei capolavori assoluti di tutta l’arte dell’ukiyo-e. La serie di 55 stampe conservata al MAO, completa e di buona qualità, è di proprietà della UniCredit Art Collection - Milano. Oltre al corpus principale della Tokaido saranno esposti dei surimono (stampe augurali), due dei quali piuttosto particolari perché collegati alla commemorazione dei defunti.

Contestualmente verranno sostituiti otto kakemono (dipinti da appendere in formato verticale), tra le opere principali un dittico sei-settecentesco di samurai a cavallo di Kano Chikanobu e un finissimo “Uccello marino su uno scoglio” dipinto a inchiostro su seta da Shibata Zeshin.

A partire dal 31 ottobre i visitatori del MAO potranno ammirare tre kesa – delle specie di mantelli monastici - databili alla fase finale del periodo Edo (XIX secolo, prima del 1868). Il più antico – e il più grande (120 x 205 cm) – raffigura a broccato dei draghi in volo e motivi di onde su fondo bianco, utilizzando sete colorate e delicate striscioline metalliche. Non meno prezioso è un kesa di satin blu scuro decorato con draghi e crisantemi, o l’altro a motivi floreali su un fondo rosso molto intenso: quest’ultimo, sulla fodera, presenta degli stemmi nobiliari con rami di paulonia.

Nella stessa sala verrà ripresentato un notevole paravento a due ante con un sigillo di Ogata Korin (1658-1716), uno dei più noti rappresentanti della scuola Rinpa. Raffigura lo scorcio fiabesco di un boschetto d’invenzione, probabilmente riconducibile a Tatebaiashi Kagei (attivo a metà del XVIII secolo), uno degli allievi più dotati del maestro.