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Paraventi, dipinti e sculture giapponesi

  • Mostra
  • 17 Febbraio 2011 - 14 Marzo 2011


La necessità di mettere a riposo periodicamente le opere più delicate della galleria giapponese del Museo d’Arte Orientale offre l’occasione per esporre nuove opere pittoriche e un importante reperto scultoreo legato alla pratica cultuale buddhista.

Dal 22 febbraio, la prima sala dedicata al Giappone invita il visitatore ad apprezzare alcuni validi esempi di pittura collocabili tra fine XVIII e inizio XIX secolo, frutto di abili artisti di scuola Nanga che si avvalgono della cospicua tradizione cinese quale fonte di ispirazione narrativa e stilistica.

Il paravento singolo esposto nella vetrina di sinistra introduce il tema pittorico della sala presentando i tre protagonisti dell’aneddoto cinese noto come “I tre che ridono al Ruscello della Tigre”;

al suo fianco, due dipinti verticali di Nakabayashi Chikuto (1776-1853) approfondiscono il soggetto paesaggistico facendo ricorso a suggestivi elementi estetici come la dialettica tra vuoto e pieno che infonde lirismo alla narrazione.

A prosecuzione dell’ideale percorso, la parete di fondo ospita una coppia di paraventi firmata Okamoto Toyohiko (1773-1845), la cui delicata mano coglie due momenti del racconto allegorico cinese intitolato “Memorie della Sorgente dei Fiori di Pesco”, inserendoli in un paesaggio rarefatto ed etereo.

Il visitatore lascia la sala dopo aver apprezzato la collezione di statue lignee e può proseguire il percorso ispirato al buddhismo nella seconda sala dedicata alle opere giapponesi, grazie alle due nuove opere qui esposte.
La prima di queste è un imponente kakemono (dipinto su rotolo verticale) realizzato nel terzo quarto del XIX secolo; ne è protagonista il Buddha storico ritratto in Parinirvana, ovvero nell’attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel Nirvana.

Completa la rotazione un raro contenitore per sutra in pietra con iscrizione datante 1127, presentato per la prima volta al pubblico.