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Il cono d’ombra: dove finisce la democrazia e inizia la censura

  • Evento
  • 11 Maggio 2024
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sabato 11 maggio ore 16

Nell’ambito della prima edizione del festival EXPOSED, il MAO propone una talk con Shahidul Alam, fotoreporter, insegnante e attivista sociale bengalese, Yasmine Eid-Sabbagh, artista e attivista franco-libanese, e Zeina Arida, direttrice del Mathaf: Arab Museum of Modern Art di Doha, che si confronteranno con Davide Quadrio sui temi della libertà e della censura in ambito artistico e sul percorso di rapido cambiamento di significato del binomio democrazia=libertà: se il concetto di libertà sembra sgretolarsi e corrodersi progressivamente, messo in crisi dall’inarrestabile ascesa dell’equazione libertà=privilegio, l’autonomia di pensiero può essere esercitata unicamente entro limiti chiaramente stabiliti e saldi.

Il dialogo si snoderà attraverso riflessioni che hanno a che vedere con il mondo post globale, con le possibili pratiche di resistenza sul campo, con le aree di libertà espressiva e lo sviluppo di modelli artistici e intellettuali che provengono da contesti sociali, culturali e politici non propriamente democratici e non occidentali.
Quali sono le implicazioni che questo spostamento d’asse democratico comporta e quali rivelazioni ci attendono?

La necessità di un confronto su tali tematiche nasce da due eventi che hanno visto coinvolti Alam ed Eid-Sabbagh e che hanno segnato uno spartiacque fra un prima e un dopo, dando vita a un cambiamento antropologico particolarmente evidente e rilevante.

Nel 2023 Yasmine Eid-Sabbagh è stata fra i partecipanti a documenta 15, curata dal collettivo Ruangrupa, manifestazione al centro di una crisi provocata dalla messa in discussione della libertà espressiva e artistica senza precedenti dal secondo dopoguerra a oggi; Shahidul Alam avrebbe invece dovuto essere uno dei curatori della Biennale di fotografia 2024 in Germania: l’appuntamento è stato cancellato a causa delle posizioni pro-Palestina dello stesso Alam.

In occasione dell’incontro, all’interno del t-space, al MAO verrà presentata in un’ottica archivistica e documentale la loro pratica artistica: non una vera e propria mostra, quanto piuttosto un tentativo di avvicinare il pubblico a due modalità differenti di fare arte e attivismo politico.

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

 

SHAHIDUL ALAM
Fotografo, scrittore, curatore e attivista, Shahidul Alam è stato nominato da Time Magazine Person of the Year 2018 e National Geographic Explorer at Large. Costruttore di istituzioni, Alam ha esposto nei principali musei e gallerie del mondo, tra cui il MOMA. Ha ricevuto la più alta onorificenza conferita agli artisti del Bangladesh e ha ricevuto un dottorato onorario dall'Università delle Arti di Londra. Il suo libro "The Tide Will Turn" è stato inserito dal New York Times tra i "Migliori libri d'arte del 2020".

YASMINE EID-SABBAGH

Nella sua pratica Yasmine Eid-Sabbagh esplora le potenzialità dell'agire umano impegnandosi in processi di lavoro sperimentali e collettivi. Questi includono pratiche di (contro-)archiviazione come la negoziazione di un potenziale archivio digitale (ri)assemblato in collaborazione con gli abitanti di Burj al-Shamali, un campo profughi palestinese vicino a Tyr, in Libano, e progetti pedagogici radicali come Ses Milanes-créixer a la natura, un asilo nel bosco auto-organizzato a Bunyola, in Spagna, che utilizza la natura come infrastruttura principale. La fotografia funge spesso da mezzo per indagare a livello comunitario le nozioni di collettività, potere e resistenza, ad esempio nel suo impegno come membro della Arab Image Foundation, un'istituzione archivistica gestita da professionisti, e come punto focale del suo dottorato di ricerca in Teoria dell'arte e Studi culturali presso l'Accademia di Belle Arti di Vienna (2018).

ZEINA ARIDA

Zeina Arida è direttrice del Mathaf: Arab Museum of Modern Art.
Attivista culturale nel mondo arabo, Arida si è occupata di fotografia, archivi e arte moderna e contemporanea ed è stata direttrice del Sursock Museum dal 2014 al 2021. Incaricata di riaprire il museo dopo un progetto di ristrutturazione ed espansione durato dieci anni, ha progettato le nuove mostre e i public program, avviando partnership locali e internazionali e trasformando il museo in un punto di riferimento locale e internazionale. Dal 1997 al 2014 è stata direttrice della Arab Image Foundation (AIF).