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Darbar

  • Evento
  • 5 Maggio 2011 - 18 Giugno 2011
Proseguono, nei mesi di maggio e giugno, le attività del progetto
Darbar.
Concerti, incontri e proiezioni cinematografiche incentrate
su diverse aree geografiche asiatiche costituiscono il cuore
del programma con l’esplorazione musicale di territori culturali
e geografici non toccati dalla prima parte della rassegna.
L’Estremo Oriente, il Giappone, apre il programma con un
concerto di Mieko Miyazaki, suonatrice di koto (un tipo di
cetra), uno degli strumenti più conosciuti della musica giapponese.
Muovendosi verso Occidente troviamo poi un concerto di
musica uyghura. Si tratta dell’etnia turca che popola il
Turkestan Orientale, oggi parte della Cina. Questa potrà
essere un’interessante scoperta per molti ascoltatori per le
caratteristiche culturali dell’area geografica, zona di transito
delle carovane sulla Via della Seta. Una musica che conserva
i tratti tipici delle sonorità centro-asiatiche e nello
stesso tempo aperta alle influenze cinesi.
Più a sud, nel subcontinente indiano, si è sviluppata una delle
più note e apprezzate culture musicali del pianeta. Due i concerti
dedicati alla musica dell’India settentrionale. Uno strumentale
che vede un ensemble incentrato sul sarod, strumento
a corde legato al rebab afghano che si è potuto ascoltare
nella prima parte del programma, e sul violino. Una combinazione
rara e curiosa. Il secondo appuntamento, che chiuderà la
rassegna, presenta due grandi stelle della vocalità indiana contemporanea:
i Gundecha Brothers, cantanti dhrupad, lo stile
vocale antico rimasto immutato fino ad oggi. La maestosità e
profondità del canto non potrà che affascinare gli ascoltatori.
Spostandoci ulteriormente ad Occidente tre appuntamenti
sono stati dedicati all’area medio-orientale nel suo sviluppo
storico e geografico. La cantante iraniana Sepideh
Raissadat, accompagnata dall’Ensemble Maraghi, interpreta
brani della tradizione ottomana e persiana, un patrimonio
culturale, e musicale, che connette i deserti dell’Asia
centrale con le sponde mediterranee dell’Anatolia.
Più vicini a noi temporalmente invece le musiche turche di
Bekir Baloglu e Nurullah Kanik che con i loro oud (liuto) e
ney (flauto) interpretano composizioni classiche del repertorio
secolare e di quello legato alle confraternite sufi.
Un’altra scoperta sarà il concerto di musiche dell’Azerbaijan
di Gochag Askarov accompagnato dal Turan Ensemble. Una
musica ricca di pathos e fascino, classica nella forma (il
mugham), trascinante nel contenuto. Un’occasione unica
per approfondire la conoscenza dei nostri vicini Caucasici.
Completano il programma due incontri con importanti
musicologhe che ci illustreranno le specificità delle tradizioni
del Turkestan orientale e dell’Azerbaijan: Sanubar
Bagirova e Rachel Harris.
I vari concerti saranno seguiti il sabato successivo da proiezioni
di documentari o lungometraggi legati alle aree musicali
presentate.
Sono previsti anche tre appuntamenti dedicati specificatamente
alle famiglie e ai bambini. Un modo divertente e
diretto per entrare in contato con universi culturali che, nati
a migliaia di chilometri da noi, oggi possiamo incontrare
quotidianamente nelle nostre città.