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Bio

 

Gli artisti e registi indiani-tibetani Ritu Sarin e Tenzing Sonam lavorano insieme da oltre trent'anni. Dopo aver completato gli studi universitari negli Stati Uniti, hanno lavorato per molti anni come registi indipendenti a Londra, per poi tornare in India nel 1996. Il Tibet è un tema ricorrente nel loro lavoro, che riflette un impegno al tempo stesso personale, politico e artistico.

Hanno realizzato numerosi pluripremiati documentari e videoinstallazioni. Il loro documentario The Sun Behind the Clouds (2009) ha vinto il Vaclav Havel Award al One World Film Festival di Praga. Hanno anche realizzato il lungometraggio tibetano Dreaming Lhasa (2005), prodotto da Jeremy Thomas e Richard Gere e presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel 2006. Il loro recente lungometraggio, The Sweet Requiem, è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel 2018. Le loro installazioni video sono state presentate alla Kochi-Muziris Biennale, alla Savvy Contemporary (Berlino), alla Biennale di Istanbul, alla Contour Biennale 8, alla Busan Biennale, al Mori Art Museum, alla Thyssen-Bornemisza Art Contemporary e ai Khoj Studios di Delhi, tra le altre sedi. Sarin e Sonam dirigono anche il Dharamshala International Film Festival, uno dei principali festival cinematografici indipendenti dell'India, da loro fondato nel 2012.

Io sono il Re Guardiano del Sud

 

Nella sezione tibetana della collezione permanente del MAO, i registi e artisti Ritu Sarin e Tenzing Sonam hanno curato una installazione sonora che rilegge il valore della raccolta, preziosa e unica al mondo, di frammenti provenienti dal monastero di Densatil, nel Tibet centrale, celebre per i suoi straordinari reliquiari riccamente decorati con bassorilievi e sculture buddhiste.  

Fondato nel 1198 e divenuto centro di potere della dinastia Phagmo Drupa, che governò il paese dal XIV al XV secolo, il monastero fu saccheggiato e distrutto, insieme a oltre 6.000 istituti religiosi in Tibet durante la Rivoluzione Culturale, e i suoi tesori furono sparsi tra collezioni private e musei in tutto il mondo. Rimasti in silenzio nelle sale del museo per quasi vent’anni, questi frammenti prendono vita grazie all’intervento degli artisti. Attraverso una narrazione personale, è ora la scultura di Virūḍhaka (Re Guardiano del Sud) – una delle quattro statue che presidiavano i punti cardinali degli stupa del monastero – a dare voce alla bellezza e al terribile destino di Densatil. Attraverso quale tortuoso percorso il Re Guardiano è giunto qui, nelle silenziose gallerie del museo? E riprenderà mai i suoi doveri religiosi nel suo luogo d’origine? Queste domande, che hanno accompagnato gli artisti nel loro percorso lavorativo, intendono stimolare una riflessione sulla provenienza dei manufatti religiosi tibetani giunti in varie collezioni nel mondo e restituendo al Re Guardiano, come ad altri manufatti come lui, strappati spesso in modo violento dal loro contesto spirituale e materiale di appartenenza, la propria sacralità.

L’installazione (15’ 24’’) è stata scritta da Tenzing Sonam, con musiche di Pete M Wyer e Tenzin Choegyal, sound design a cura di Bigyna Dahal, voci narranti di Nyima Tsering e Tenzing Sonam.

Traduzioni a cura di Tenzin Phuntsok (Tenphun).  

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TIBET – DECLINAZIONI 2025 2
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TIBET – DECLINAZIONI 2025 1
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Declinazioni Contemporanee

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Marzia Migliora

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